Poggibonsi – Castellina in Chianti: come diventare un sommelier delle curve


Chi è il Sommelier delle curve? Prima d’iniziare questo nuovo percorso sulla strada SR429, che collega la nobile Poggibonsi all’amabile Castellina in Chianti, la domanda può sorgere spontanea.  La risposta a un quesito così stravagante è presto svelata in questo nuovo racconto che mi appresto a stappare. Permettimi di versarti e descriverti i sapori, gli odori, i colori di curve autentiche e schiette, narrate e decantate con l’abilità di un sommelier che usa le parole come calici in cui sorseggiare l’emozione di una piega o la tranquillità di un ameno paesaggio. Respira profondamente, rilassati, spero tu abbia sete di curve perché è arrivato il momento in cui TI PORTO IN MOTO.

Prima operazione:  aprire la bottiglia.

Si lascia alle spalle Poggibonsi, la strada inizia a salire dolcemente, la moto, come la lama seghettata del cavatappi, incide nelle due curve successive la capsula che ricopre il tappo della bottiglia. Dapprima in un’ampia curva a destra, subito dopo il cavalcavia della superstrada Firenze-Siena, in un secondo momento con una svolta a sinistra che supera le abitazioni, finendo il giro del collo della bottiglia e permettendo di togliere l’involucro di plastica che ricopre il sughero.

Durante la marcia si sorpassano le ultime case, anche la segnaletica stradale conferma che la città è ormai un vago ricordo sbarrando la scritta Poggibonsi con la striscia rossa e suggerendo al viaggiatore le prossime destinazioni: Castellina in Chianti a 19 chilometri e Montevarchi a 50. È il momento di utilizzare la vite che permetterà di togliere il tappo.  Adesso la strada prende velocità e ritmo: la moto, come la vite a spirale, corre svelta sul rettilineo ondeggiante in cui il motore sale di marce su un asfalto di sughero in cui il biker si fa largo. Alla fine di questo tratto veloce, dopo una lesta e ampia curva a sinistra, cambia la silhoutte della strada e la guida si adegua al nuovo tragitto. Una curva stretta sulla destra obbliga a scalare due marce, il motore sale di giri e lo scarico scoppia come il suono del tappo che riacquista la libertà dopo una prigionia nel vetro a protezione del succoso nettare.

Esame visivo

Il vino adesso si tuffa nel calice e percorre lesto, come la moto, tutta la parete tonda della coppa adagiandosi su  un lungo curvone a sinistra in cui ammirare l’intensità e la fluidità della guida del biker. Durante la percorrenza di questa svolta mancina la moto disegna una limpida piega, in cui la scorrevolezza del gas in uscita è disinvolta e la ripresa di velocità brillante.

Come le gocce del rubino succo arrestano la propria corsa risalendo la parete opposta del calice, così il biker aggiusta il proprio ritmo alla fine di questo curvone, applicando una leggera forza ai freni, per poter percorrere una opposta curva a destra più rotonda e smussata rispetto a quella appena affrontata.

Brevissimo rettilineo prima che la strada faccia gustare il colore di un vino rosato. Prima si affronta una delicata svolta a sinistra, poi un veloce tratto dritto che porta a una svolta a destra color rosa tenue .

Ecco il momento dei vini bianchi: la moto riprende velocità e slancio, un lungo rettifilo illuminato dal sole riflette raggi di giallo paglierino. L’asfalto è trasparente, brillante, limpido, il manubrio fra le mani del biker è saldo, fermo, stabile, lo sguardo punta lontano e studia la prossima curva a sinistra. La vegetazione torna a marcare la sua presenza, le ombre del bosco si proiettano sulla strada, le fronde degli alberi si specchiano su un asfalto color vino ambrato in un gioco di chiaro scuri da percorrere in quarta marcia.  Ritmo e velocità lasciano il posto alla prossima serie di curve che ricordano il prestigio dei vini rossi. Due svolte in sequenza, entrambe a novanta gradi,si succedono in una gradazione crescente dal porpora al rubino in cui la moto affronta un destra sinistra con una guida densa e consistente.

Una guida dai riflessi rosso granato, che si colora di esperienza nella piega della successiva curva a sinistra. Una svolta dal raggio cupo in cui si compie la maturità di un vino che adesso è color rosso aranciato, nella quale il biker fa valere la sua padronanza del mezzo, frutto di anni di affinamento in sella perfezionando traiettorie ancora troppo giovani. La moto riprende a viaggiare spedita, il biker imprime un buon ritmo sull’asfalto sinuoso che asseconda un uso allegro del gas. Il tratto di strada fra Cedda e Gaggiano porta alla scoperta di un’ oasi di vigneti e olivi in cui poter rilassarsi con la mente e il cuore. La morbidezza delle colline e la regolare perfezione dei filari sono un massaggio per la vista che ammira questo connubio pacifico fra uomo e natura.

Esame olfattivo

L’incanto e la poesia del panorama che circonda la fattoria di Gaggiano assorbe completamene l’ attenzione di qualsiasi biker. La strada curvilinea asseconda il disegno delle morbide colline e la velocità della moto scende a patti con l’ammirazione verso un paesaggio accogliente.

Una decisa curva a destra concede l’ultimo sguardo su un quadro agreste, prima che la vista passi il testimone al naso e l’olfatto diventi la bussola per orientarsi in questo nuovo tratto di strada nel bosco.  Ogni curva ha un odore in cui il biker affonda la moto per discernere quelle fragranze che aumentano il piacere di una guida soggettiva e sensoriale. Nel lungo curvone a sinistra che taglia la lussureggiante vegetazione il motociclista, ruotando decisamente il polso, imprime velocità a un calice in cui sono contenuti velocità e aderenza. Il gas continua a girare sprigionando profumi che saturano l’aria di eccitazione e divertimento. L’esecuzione di questa piega mancina porta la coppia motore a prolungare il respiro di cavalli e potenza fino a stordire il biker in una totale assuefazione emotiva.

La strada dall’alto è letteralmente una scala su cui arrampicarsi per raggiungere una vetta di profumato piacere: ecco una successione di curve a novanta gradi in un’armonica alternanza di svolte destre e mancine in cui apprezzare la sontuosità di un tragitto che scuote e si dimena. Il freno motore è schietto, le pieghe sono intense, il biker si muove sulla moto in maniera sottile e leggera, si arriva al cartello della Tenuta di Casanova e nuovi profumi sono pronti per essere annusati sotto le ruote. La prima curva a sinistra odora di spensieratezza e di pane, i lieviti contenuti in questa svolta hanno trasformato gli zuccheri in alcol e la gradazione della strada ne conserva ancora il profilo biscottato.

Il biker rialza la moto per affrontare adesso un cambio di direzione fruttato in cui la rotondità della ciliegia e la golosità della fragola si ritrovano in una semicurva a destra che immette in un rettilineo floreale. La terza marcia odora di gelsomino, dalla marmitta sbuffano vapori di tiglio e biancospino, la frizione tradisce un affinamento speziato che sa di cannella e vaniglia mentre innesta la quarta marcia intrisa di miele e cioccolato.

L’asfalto odora di funghi e tartufo e di fronte alla prossima curva a destra i freni riducono la velocità su note di tabacco e fieno mentre i pneumatici, grazie all’attrito, sprigionano essenze di cuoio ed erba tagliata. Il biker si sporge col naso verso l’interno per annusare una curva esotica a novanta gradi in cui percepire la personalità dell’ananas. La piega sa di pompelmo e mandarino, a centro curva il gas torna a sprigionare effluvi di noce moscata e chiodi di garofano, il biker si lancia nuovamente in un rettilineo muschiato prima di percorrere una morbida curva a sinistra che sa di eucalipto e ribes. Il cartello di S.Agnese affiora dal terreno e afferma con orgoglio che in questa porzione di terra un concerto geometrico di olivi e vigne hanno saputo sottrarre spazio all’armonico caos del bosco.

La natura boscosa però prende presto il sopravvento e la strada è circondata nuovamente dagli alberi. Si cerca ritmo assecondando una via che non ne vuole sapere di andare in linea retta, ed è importante correggere la velocità coi freni prima di affrontare la svolta sulla destra che rientra su se stessa e che immette in una successiva curva a sinistra da eseguire in più tempi. La strada adesso va respirata, un bouquet di tranquillità e pace torna a farsi preponderante con la vista delle vigne che riemergono dal bosco e che circondano le colline circostanti. La moto dialoga in maniera spensierata con un tratto di curve amichevoli, che portano il biker ad incrociare sul suo cammino un ristorante e poi un gruppo di case all’altezza del cartello “Le fioraie”. Attenzione a non farsi immortalare dall’autovelox, per scatti meno costosi e molto più professionali è il caso di rivolgervi senza indugio alla bravura e alla sensibilità di Flash Bikers.

Esame gustativo

Sorpassato le Fioraie, la strada viene inghiottita nuovamente  nel bosco per l’ultimo tratto che porterà alla meta, Castellina in Chianti. Non resta che assaporare questo itinerario che volge al termine con l’ultimo senso a nostra disposizione: il gusto.

Una siepe altezzosa nasconde le ultime case che si affacciano su una svolta a sinistra, non c’è spazio adesso per i sentimentalismi da vigna e lo ricorda immediatamente la subitanea curva a destra, che esige concentrazione e accelerazione durante la sua percorrenza. La strada scorre sotto i pneumatici, sui quali gli intagli della mescola, come papille gustative, riconoscono curve dolci, frenate acidule, accelerazioni salate e rettilinei amari. Nelle serpentine di curve che il biker assapora è sempre più nitido il piacere di un tragitto robusto e strutturato, in cui semicurve alcoliche cedono calore a rettilinei più leggeri.

La guida è morbida e rotonda, pieghe pastose  si alternano a cambi di direzione armonici ed equilibrati, un rettilineo acerbo equilibra due curve a destra tanniche, che asciugano il ritmo di una velocità che diventa sempre più astringente.

La sapidità di un curvone sulla sinistra rende l’uso del gas limaccioso, la persistenza di due semicurve a destra fanno diventare abboccato un rettilineo secco.

Di fronte al cartello di Castellina in Chianti, a conclusione del nostro corso di sommelier delle curve, un retrogusto di divertente piacere si mischia all’ “amaricante” nostalgia per un tragitto di cui vorremmo bere ancora un altro calice. L’attestato di frequenza verrà dato sotto l’orgoglioso Gallo Nero (la statua che presidia l’improvvisato parcheggio per moto) che ti aspetta per congratularsi per l’esame superato a pieni voti: adesso anche tu sei un Sommelier delle curve!


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